Carlo Piola Caselli
Colonnello Ubaldo Piola


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     Ubaldo Piola (castello di Montecastello, Alessandria, 31 dicembre 1772 – Libourne, 1830), era figlio dell'avv. Giovanni e di Teresa Inverardi. Il padre era notaio ed agente dei Castiglione, uno dei rami degli Stampa. La madre apparteneva a quella famiglia che ha dato, nei secoli, parecchi consoli alla città di Alessandria. (1)
      Ubaldo Piola il 16 aprile 1790 è cadetto nella Legione Leggera, il 20 maggio 1793 diviene sottotenente al Reggimento Fanteria di Vercelli, il cui comando è stato affidato al col. Giovanni Pietro Luigi Cacherano d'Osasco il quale però, incapace di farsi benvolere dai suoi ufficiali, neppure da suo fratello Policarpo appartenente ad un altro reggimento, preferisce cimentarsi per avere commende piuttosto che amalgamare prima bene i suoi uomini, cosicché l'8 giugno 1793, dovendosi difendere il colle Linières, il reggimento mostra tutto il possibile malanimo verso di lui, che ha chiesto di esser destinato a tale postazione, senza aver consultato i suoi ufficiali, tanto da esser poi sospeso per tre mesi dal comando. Il 28 giugno 1794 Ubaldo Piola è ferito alla gamba sinistra al Piccolo San Bernardo ed il 10 agosto vien promosso tenente.
      Fino ad ora è stato al servizio del Re di Sardegna (anni 1790-1793 e seguenti dal 1° al 7° del conteggio repubblicano) ma poi, con l'invasione del Piemonte, essendo stato costretto Carlo Emanuele IV il 9 dicembre 1798 ad abdicare, ordinando obbedienza al governo francese, quasi tutti gli ufficiali piemontesi, i quali dapprima hanno cercato, valorosamente, di contrastare alle sue armate il passo, essendosi consolidato il regime repubblicano, ne sono divenuti sostenitori. (2) Però una propaganda antirepubblicana cova sotto la cenere, con sommosse nell'alessandrino nonché nelle province di Asti, Alba ed Acqui, questa il 26 febbraio 1799 vien occupata dagli insorti. Il giovanissimo Alfonso Carlo Ghilini, (3) discendente da illustrissima famiglia alessandrina, comandante dei volontari, riferisce alla municipalità di esser giunto fino ad Asti, preceduto da un corpo di cavalleria francese, malgrado i sobillatori del clero e del cavalierato conservatore; invece il commissario organizzatore Rattazzi ha dovuto ripararsi dai tumultuanti a Castellazzo.

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(1) Nel Liber Crucis, tra i rappresentanti del popolo di Alessandria, nell'atto di acquisizione di Castelletto d'Orba, nel 1169 figura Giacomo di Inverardo. Pietro COGNASSO, La fondazione di Alessandria, Rivista di Storia Arte e Archeologia per le Province di Alessandria e Asti, 1969-70, a p. 42.

(2) Infatti, un rapporto di polizia al ministro Alessandro Carlo Filiberto Vallesa ravvisa che 47 ufficiali superiori, originari del Regno di Sardegna, abbiano militato nell'esercito francese, i primi sette dei quali come generali: Seras, Gifflenga, Fresia, Alessandro e Cesare della Villa, Paroletti, Gay, Annibale di Saluzzo, Montiglio, Cacherano, Ricci, Cigala, Rattazzi, Piola, Ettore Perrone di San Martino, Roberto di Saluzzo, Luigi e Federico di Sambuy, Radicati. Arturo SEGRE, Il primo anno del ministro Vallesa (1814-15), R. Deputaz. di St. Patria, vol. X, Torino, Bocca, 1928, a p. 191 (Archivio Vallesa, Misc. Doc. Vari).

(3) Alfonso Carlo Ghilini (1778-1808), figlio di Ambrogio Maria e di Maria Cristina d'Aglié, dopo aver militato anch'egli sotto il re di Sardegna col grado di ten. nel Regg. di Tortona, instauratosi poi il governo repubblicano francese, ne diviene fedelissimo, salvando così dalle confische il cospicuo patrimonio di famiglia. Suo fratello Vittorio Raimondo (1782-1812) risulterà disperso in Russia, sua sorella Cristina (1784-1841) diverrà dama di Paolina Bonaparte, rivelando uno spiccato senso artistico, ed a Parigi sarà appellata “la bella Piemontese”, pare anzi che abbia fatto persino battere il cuore di Napoleone, si occuperà poi di opere di filantropia.