Carlo Piola Caselli
La corazzata Avérof varata a Livorno


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     Durante questo combattimento navale di Ellis, la flotta greca ha sofferto alcuni guasti, ma a perso un solo uomo mentre altri 8 sono stati feriti, tra questi il contrammiraglio Mamuris, che morirà alcuni giorni dopo. Invece la flotta turca ha subìto vari danni, sono morti oltre 100 uomini ed il “Barbarossa” è stato il più colpito, mentre gli altri incrociatori corazzati hanno avuto dei danni più lievi.
     La notizia di questa vittoria si propaga subito in tutta la Grecia. Pervengono a Cunduriotis i complimenti di re Giorgio, del generale in capo principe Costantino e del primo ministro Venizelos, il quale però non manca di raccomandargli, per il futuro, di essere più prudente.
     I giornali turchi devono invece arrampicarsi sugli specchi, per cercare di spiegare ed attutire lo smacco subito dalla flotta, dando varie versioni differenti. (135) Conseguenza immediata è la liberazione dal giogo turco delle isole: Thasos, Sant'Evstràtios, Imvros, Samotracia, Psarà, Ténedos, Icarìa, Lesbo, Chios e della penisola del Santo Monte (Monte Athos).

     
La battaglia navale di Limni

     Dopo questa sconfitta i turchi che, con l'aiuto dei tecnici tedeschi, hanno presto riparato le proprie navi, decidono di uscire nuovamente nell'Egeo. Occorre loro infatti una rivincita navale, per ristabilire il proprio prestigio internazionale.
     Una sortita nell'Egeo tuttavia comporta dei grandi rischi, a causa di quella dannata nave dei greci, l'Avérof! L'ammiraglio avversario, Ramiz, ha allora concepito l'azzardato progetto di trarla lontano dallo stretto.

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(135) Ibid., pp. 46-48.