Carlo Piola Caselli
Generale Angelo Piola Caselli


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     Non sia sufficiente istruire i militi all'antica, occorrendo un po' di tiro al bersaglio e di istruzione sul cannone, almeno nell'aiutare l'abile artigliere a caricare il pezzo. Anche vecchi soldati possano esser impiegati per la loro intelligente capacità nei presìdi. I vettovagliamenti, se in terre murate, evitano sia lunghi percorsi, che di cader facile preda del nemico, il quale deve trarre il proprio sostentamento da un affaticamento logistico. Punta molto sulla guardia nazionale. Il territorio italiano ben si presta a questo genere di guerra difensiva.
     L'osservazione e l'esperienza maturate nella guerra del 1848-49 e del 1859 confermano questa sua teoria, “se avessimo fortificato Manzambano, Volta e Goito (nonché Valeggio posto sulla sinistra), essendo nostra Peschiera, non si sarebbe forse il Maresciallo Radescki avventurato ad attaccarci”. Nella recente guerra del 1859 le sue convinzioni si sono accresciute. Considera anche la spesa, forte ma sopportabile, concludendo “Armiamoci dunque, ogni uomo abile sia soldato, ogni villaggio una cittadella: ricordiamo che Dio ci ha creati liberi, e che l'audacia e la perseveranza ci devono rendere tali”.
     

La campagna d'Italia col Reggimento Guide

     Nel frattempo, il 10 marzo 1860, il maggiore Angelo Piola Caselli è stato decorato della croce di cavaliere dell'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro ed il 1° aprile ha ricevuto la medaglia francese commemorativa della Campagna d'Italia del 1859. Intanto, il 14 marzo è passato al Reggimento Guide, il cui tenente colonnello Giovanni Vasco, per R.D. del 15 ottobre 1860, vien destinato al 1° Regg. Lancieri di Novara “ed il Maggiore Conte Piola Caselli d' Alessandria distaccato a Napoli” ne vien promosso con lo stesso decreto tenente colonnello comandante, poi il 6 novembre 1861 ne diverrà colonnello.