Carlo Piola Caselli
Ricordi storici, risorgimentali ed europeistici
nell'Archivio Piola Caselli


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     Passiamo ai Magnocavallo di Varengo, notissimo il palazzo con questo nome a Casale Monferrato, ora sede del comune, famiglia risalente all’XI sec., della quale possiamo ricordare Corrado (Casale Monf. 1777-1833), paggio reale (1787), ufficiale dei dragoni Piemonte (1793) diventato 3° regg. Dragoni di Piemonte dell’esercito francese (campagne 1794-99 contro gli austriaci), promosso capitano alla battaglia di Verona, caduto prigioniero a Tortona, riuscito a fuggire, poi, con la restaurazione, capitano nei cavalleggeri Piemonte, gen. nel 1830, ha comandato a Nizza ed in Piemonte, quindi a riposo nel 1832. Suo figlio Ottavio ( n. 1804), nel 1848-49 ufficiale d’ordinanza del duca di Savoia, ha dato memorabili feste, alla villa Pastrona, nel 1847 in occasione dei Comizi Agrari e nel 1855 per le truppe in azione campale, onorate dalla presenza del Re e dei duchi di Genova, ma nel palazzo di Casale aveva già ospitato da fine febbraio a metà marzo 1849 Vittorio Emanuele II, quando era ancora duca di Savoia. (30)
     Nella cappella di famiglia figura anche il gen. Edoardo Coardi di Carpenetto march. di Bagnasco, sposato con Sofia Ruffo di Calabria, cugina del principe Fulco, di cui si conservano le fotografie originarie, quando comandava la squadriglia e si guadagnava la med. d’oro.
     Carolina Heldewier, di genitori protestanti, convertitasi al cattolicesimo, era figlioccia di re Carlo Alberto ed il matrimonio con Luigi Piola Caselli era stato combinato da sua maestà, con il figlio del suo consigliere, per sanare la gravissima controversia diplomatica sorta tra le due corti, essendosi ella ritirata in convento, non per farsi monaca ma per non tornare in Olanda, quando venne chiusa la rappresentanza a Torino, per il riconoscimento del Belgio cattolico. Questione finita persino sul tavolo di papa Gregorio XVI il quale, ovviamente, era incline a difendere le ragioni del cattolicesimo, questione finita negli scaffali del Vittoriano, avendo questa istituzione salvato dal macero l’archivio diplomatico Heldewier, questione finita persino tra le “carte Savoia” di Vittorio Emanuele III sulla via dell’esilio, donate da re Umberto all’Istituto Centrale del Risorgimento (ora collocate proprio di fronte alle altre).

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(30) ) Dionigi ROGGERO, Il Congresso Agrario di Casale Monferrato del 1874 (del 1847!); Giusi MAINARDI, I comizi agrari e il progresso dell’agricoltura, La Provincia di Alessandria. Possiamo osservare che Casale M. vantava in G. Gatti un canonico d’avanguardia, propugnatore del binomio libertà-uguaglianza per gli ebrei della città.