Carlo Piola Caselli
Ricordi storici, risorgimentali ed europeistici
nell'Archivio Piola Caselli


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     Secondo il Rosi, nel Dizionario del Risorgimento Nazionale, Angelo veniva tratto in salvo dai soldati Maggio e Cucini e faceva telegrafare alla moglie:“Sono vivo, carico di polvere e di ferite, contento di aver fatto il mio dovere”.
     Passava quindi a dirigere la Scuola Militare di Cavalleria e poi nelle Guide: il 15 ottobre 1860 promosso ten. col. e nominato comandante di questo reggimento, partecipava alla campagna di Ancona e della Bassa Italia. (28) Lasciava il comando nel 1863 per motivi di salute (in seguito alle ferite che aveva riportate), infine, nella campagna del 1866 gli veniva affidato il comando della VI Brigata Cavalleria (7° Corpo di Riserva), poi comandante territoriale di cavalleria a Milano e Torino, membro del Comitato di Cavalleria, finché collocato a riposo (1871).
     Angelo ha avuto due figlie: Maria, sposatasi con il marchese Carlo Colli di Felizzano, ed Eugenia, con il conte Giacinto Magnocavallo di Varengo.
     Carlo Colli di Felizzano, collega dello zio di Maria, Carlo, allo Stato Maggiore, come vedremo in seguito, ha avuto anch’egli un brillante curriculum: distintosi a Santa Lucia (med. d’a.), a Volta e a Novara (menzioni onorevoli), a Palestro (ufficiale dell’O.M.S.), gen. di brigata (1873) e ten. gen. (1881). Suo padre, Vittorio Colli, si era meritato la Legion d’Onore alla battaglia di Essling ed a Wagram aveva perso una gamba, maggior generale (1848), sindaco di Torino, ispettore gen. delle Poste (istituì i vaglia), sen. del Regno (1848), commissario a Venezia (1849) e per un breve periodo min. degli Esteri. Suo nonno, Luigi Colli-Ricci (Alessandria 1759-1809), distintosi a Fenestrelle (1794) ed all’Argentera, dove era rimasto ferito, col. com. il regg. Cacciatori (1796) si era segnalato presso Mondovì in aprile, era quindi passato a combattere sotto Joubert e Moreau ma, nuovamente ferito, era stato fatto prigioniero dagli austriaci (1799), diveniva poi gen. di div., distinguendosi a Salienze, passava quindi in Corsica, infine si ritirava a vita privata (1806) ed il suo nome è inciso nell’arco di trionfo di Parigi. Luigi è passato alla storia anche per un altro motivo: si trova menzionato nella Vita di Vittorio Alfieri, avendo sposato Marianna Cristina Canalis di Cumiana, figlia di Giulia Alfieri (quindi il grande astigiano era loro zio, il quale pubblicamente trattava il nipote alla Misogallo, salvo poi essere in cordialissimi rapporti epistolari) e del conte Giacinto; dei Colli di Felizzano possiamo ancora ricordare il march. gen. Corrado (Torino 1829-83), il conte gen. Giuseppe (Torino 1830 – Roma 1884) e l’Amm. Annibale ( n. a Saluzzo nel 1871).

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(28) ) Salvator GOTTA, Ottocento, Baldini & Castoldi, Milano, 1942, v. III, cap. 10, pp. 171-72 e 189.