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Napoleone ha prescelto, come negoziatore, monsignor Giuseppe Spina, il quale aveva seguito Pio VI nell’esilio. Lo aveva conosciuto pochi mesi prima quando, dopo esser sbarcato a Fréjus, aveva fatto una breve sosta a Valenza (nel Delfinato) e, senza scendere dal calesse, per la fretta di arrivare a Parigi a mettere le cose a posto, aveva avuto un colloquio informale con questo illuminato prelato, rimasto lì a sistemare le cose di Pio VI che era da poco spirato. In tale arduo e delicatissimo compito mons. Spina, canonista, aveva bisogno di un valente teologo, percui aveva scelto padre Caselli, ex generale dei Servi di Maria, membro di varie congregazioni, il quale andava con lui a Parigi in qualità di teologo del Papa: un incarico di estrema fiducia. Negoziato assai spinoso, non solo perché a Parigi c’erano potenti forze che remavano contro, lo stesso Talleyrand, ma anche perché, con la rivoluzione francese, era cambiato radicalmente il concetto di stato. Ne scaturiva però, finalmente, un concordato talmente innovativo da far da modello ancor oggi, ad oltre due secoli di distanza. Inutile dire che firmandolo, insieme a Consalvi (assumendosene implicitamente anche le responsabilità), i due negoziatori assurgevano a fama internazionale. (12) ) Carlo PIOLA CASELLI: La visita di Pio VII alla Malmaison, Rivista Italiana di Studi Napoleonici, n. s., 1988, a. XXV, pp. 47-63; La visite de Pie VII à Malmaison, Société des Amis de Malmaison, 1988. |