Paolo Orlando
L'Archeologia e l'Ingegneria moderna per il Porto di Ostia


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     Il nuovo ciclo della storia marinara di Roma incomincia nel 1926, quando formidabile squadra del Regno d'Italia parte dalle acque del non ancora ripristinato porto di Ostia e reca alle riconquistate Provincie Libiche l'uomo che sa e vuole riallacciare la nuova grandezza d'Italia alle antiche gloriosissime tradizioni della stirpe. Ventuno secoli sono trascorsi da quando salparono da Ostia, pure per il levante, le prime navi della Repubblica armate in guerra, ad imporre la romana disciplina nei commerci marittimi.
     Non rechi dunque meraviglia se la risoluzione del grande problema, che investe l'intera vita a venire della Capitale, e vi risveglia la memoria di antiche indimenticabili vicende, abbia richiesto lungo periodo di preparazione pubblica e di studii silenziosi.

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     L'ingegneria, necessariamente intervenuta, ha con accorgimento in un primo periodo fatto ricorso all'archeologia per richiamare la mentalità pubblica al proposto ritorno di Roma su quel mare che frange alle sue mura e a persuaderla in modo tangibile che non si proponeva se non di ricostruire, secondo i dettami della scienza moderna, cị che in antico esiste e che non fu perduto se non per difetto costituzionale delle opere e per la incuria ed il lungo abbandono degli uomini.
     Prima manifestazione di vita che diede dunque l'ente morale Comitato Nazionale "Pro Roma Marittima", da me fondato nel 1904, fu la conferenza su “Ostia ed il porto di Roma antica” tenuta dal compianto Borsari, allora direttore degli scavi di Ostia. A quella altre ne seguirono d'indole tecnica, sempre onorate dalla presenza del nostro Sovrano. Subito dopo, il Comitato pasṣ dalle lezioni all'azione, promuovendo un'opera di bonifica di duplice utilità, igienica per la colonia romagnola di Ostia Castello, archeologica per Ostia Antica. Nel 1906 i fondi stanziati per gli scavi di Ostia erano assai scarsi ed ancor più scarso il coraggio ad imprendere cose nuove; ma per merito principale di Luigi Rava, Ministro per la P.I. si riusć a mettere assieme gli interessi di questo Ministero con quelli del Ministero dei LL.PP., e la bonifica per colmata del "Fiume Morto" fu eseguita colla terra dei ripresi scavi.