Giovanni Piola Caselli
(1851-1928)




Conte Giovanni Piola Caselli
Primo Colonnello del
1° Reggimento Artiglieria da Fortezza





Particolare del ritratto del Duca d'Aosta con dedica a Giovanni Piola Caselli: "Al Colonnello Piola Caselli E(manuele) F(iliberto) di Savoia"

      Giovanni Piola Caselli (Torino 7 gennaio 1851 – Milano 24 febbraio 1928), allievo nella regia militare accademia il 22 sett. 1867, sottoten. nello S.M. d’artiglieria il 24 lug.1870 (con anzianità dall’11 lug.1869), nel 3° regg. d’artigl. 23 lug.1872, ten. il 19 dic.1872, dal 1° gen. 1874 al 12° regg. d’artigl. e dal 10 ag. nell’8°, promosso capitano nel 14° il 22 feb.1880 ed aiut. magg. in prima dal 22 ag.1884, al 5° regg. il 2 ott. quindi nello S.M. d’artigl. l’11 ott.1885, maggiore il 19 apr.1891, al 27° regg. artigl. della 3.a brigata il 19 lug.1893, al comando d’artigl. di Roma, 11.a brig. da fortezza il 1° lug.1895 ed al comando d’artigl. da fortezza in Napoli il 22 ott.1896 di cui assumeva il comando il 1° ott.1897 ed effettivo il 26 dic. con la promozione a ten. col., per passare poi direttore della fabbrica d’armi di Terni il 20 gen.1901 dove ha avuto un encomio solenne per l’efficace concorso dato alla soluzione della questione dell’impiego di cartucce difettose, coadiuvando l’ispettore Mangiagalli, di cui un elogio olografo ed altri con dispacci ministeriali1; nel frattempo era stato promosso col. il 2 feb.1902 infine comandante del 1° regg. di Artiglieria da Fortezza, con decreto di Vittorio Emanuele III da Racconigi, controfirmato da Ottolenghi, del 1° ott.1902.
      Esattamente un mese dopo scambiava i brindisi con l’invitto Emanuele Filiberto duca d’Aosta, nel pranzo di gala, di cui si conservano gli articoli di giornale (vedi gli articoli) ed il menù (vedi immagine), oltre alla fotografia con dedica del principe, incorniciata e sormontata dalla corona reale. Il 12 feb.1906 veniva nominato direttore dell’artiglieria a Taranto ed il 22 mar. veniva iscritto nei ruoli degli ufficiali di riserva, infine il 25 nov.1922 cessava di appartenervi per ragioni d’età, conservando il grado e l’uniforme.
      Ai suoi funerali c’era un picchetto d’onore. E’ menzionato in varie pagine della Storia dell’Artiglieria italiana del gen. Carlo Montù, dove è ricordato sia come direttore della fabbrica d’armi che come direttore della scuola di tiro di Bracciano. In vista della grande guerra, gli era stato proposto un invito a rientrare, ma non ha potuto per ragioni di salute. Quando era ormai sul viale del tramonto, “educò un lauro” alla più bella poesia, che è quella delle virtù patrie, crescendo accanto a sé il nipotino Franco, figlio di Vittorio. (dal Bollettino dell'Archivio dell'Ufficio Storico SME, 2010)