Dott.ssa Paola Olivanti
Dante Vaglieri alla Direzione degli Scavi di Ostia Antica (1908-1913)


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     Dal 1908 poi, grazie alla convenzione stabilita tra il Ministero dei Lavori Pubblici, il Ministero della Pubblica Istruzione e il Comitato Nazionale “Pro Roma Marittima”, finalizzata alle opere di arginatura del Tevere e al recupero della terra di risulta dello scavo per il colmamento del c.d. Fiume Morto e per i lavori della massicciata della strada, iniziò una regolare erogazione di fondi per le indagini nell’area archeologica ostiense.
     I brillanti risultati ottenuti nei primi mesi di attività consentirono a Vaglieri di far convergere su Ostia dell’interesse del mondo scientifico e politico, grazie anche alla “simpatica attenzione di Sua Maestà”: (23) Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro condivisero con Vaglieri l’amore per l’antichità (la Regina, archeologa dilettante, fece eseguire delle indagini nella propria tenuta di Castelporziano) (24) e per la fotografia (“E quante volte i Sovrani, ch’erano assidui visitatori degli Scavi di Ostia, lo sorprendevano [sc. Vaglieri] tra i gruppi degli operai, vestito quasi da operaio anch’esso, curvo sul suolo ad insegnar praticamente coll’esempio ciò che fosse da farsi (…)”). (25) Tanto interesse portò con sé il progressivo aumento del budget a disposizione, che nel volgere di soli quattro anni crebbe dalle 3000 lire del 1907 (insufficienti a detta di Carcopino “anche per la manutenzione ordinaria delle strutture già riportate alla luce”) alle 70.000 lire del 1911. (26) Nello stesso anno 1911 su iniziativa del Ministro Credaro venne approvato un disegno di legge che prevedeva l’assegnazione ad Ostia di un credito straordinario di 500.000 lire, da ripartire in quattro capitoli di spesa (bonifica del sottosuolo, lavori di arginatura contro l’erosione del Tevere, esproprio dei terreni Aldobrandini, nuovi scavi). Il denaro a disposizione consentì a Vaglieri di utilizzare una cinquantina di operai, divisi in squadre, di cui egli stesso sorvegliava il lavoro, con la collaborazione del “soprastante” Raffaele Finelli (l’assistente che probabilmente aveva seguito Vaglieri da Roma, dal momento che le date delle sue relazioni quindicinali coincidono con l’inizio dell’attività ostiense di Vaglieri) (fig. 3), del disegnatore Italo Gismondi, giunto ad Ostia nel 1910 e dell’ispettore archeologo Guido Calza, in forza ad Ostia dal 1912 (fig. 4).

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(23) G. Calza, ‘Recensione a L. Paschetto, Ostia colonia romana’, cit., BollAssArchRom II (1912), 263-266

(24) R. Lanciani, ‘Le antichità del territorio laurentino nella tenuta reale di Castelporziano’, MonAL XIII (1903), 133-198; XVI (1906), 241-268; G.E. Rizzo, E. Ghislanzoni, ‘Castel Porziano. Statua di Discobolo ed altre antichità rinvenute nella tenuta reale’, NSA 1906, 403-415; R. Lanciani, Notes from Rome, 420-424 (lettera CXXXV del 26 agosto 1911).

(25) F. Tambroni, ‘Dante Vaglieri’, BollAssArchRom IV (1914), 4.

(26) Stralcio di una relazione tenuta da J. Carcopino all’Académie des Inscriptions et des Belles Lettres, pubblicato nel ‘Notiziario’ del BollAssArchRom I (1911), 206-208; cfr. anche R. Lanciani, Notes from Rome cit., 428.