Carlo Piola Caselli
La corazzata Avérof varata a Livorno


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     La 12ª riguarda L’arrivo degli Italiani a Calimno quando nel 1912, in seguito del trattato di Losanna, l’Italia ha ottenuto le isole del Dodecaneso, conservandole fino al 1947. Evidentemente i Greci speravano che la gestione degli italiani potesse essere migliore di quella turca, anche se, in gran parte, dobbiamo dire, per obbiettività storica, che sia stata una pia illusione.
     In epigrafe al capitolo “canzoni popolari delle guerre balcaniche nelle isole dell’Egeo” è scritto, molto poeticamente “l’amore vuole bacio e la guerra canzoni” e nel testo è precisato che, a cura dell’ammiraglio Cunduriotis, sull’Avérof si trovava una intera banda con strumenti a fiato e da percussione, la quale a suonato anche durante le battaglie navali.

     La canzone l’Avérof a Smirne voleva celebrare un’apparizione della corazzata nel porto turco, che aveva suscitato l’entusiasmo dei moltissimi greci ivi residenti: riprendeva una melodia nazionale, delle vicinanze di questa città, conosciuta col titolo di “Santo mio Pantelimone”. (143) Accenniamo solo a qualche parola di questa canzone, riguardante la corazzata e l’ammiraglio:
     “l’Avérof arrivò e ancorò nel porto di Smirne / … / orsù Avérof, nel bene e nella bella ora, / anche perché sia riempita la tua rotta di rose e melograne, /Ammiraglio nostro patriota, trallallà, / salute a te Paolo Cunduriotis, tralllalà”. (144)
     Mentre la canzone Evviva l’Avérof recita così:

* * *

(143) Questa melodia è stata trascritta dai profughi greci a Chios (Χίος) nel 1999, K.A.L.M.E., Ibid., p. 57.

(144) Ibid., p. 57.