Carlo Piola Caselli
La corazzata Avérof varata a Livorno


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     Per conseguire lo scopo, si richiede la contemporanea sicurezza delle coste e della terraferma, l'intercettazione delle comunicazioni dell'avversario, principalmente l'impedimento del trasferimento di eserciti turchi dall'Asia minore all'Europa, la liberazione delle isole dell'Egeo e di Creta, nonché la messa in sicurezza delle relazioni marittime della Grecia con il resto del mondo. (129)
     Avendo la flotta turca la propria base nel Propontide, dietro ai Dardanelli, occorre che la base greca non sia troppo lontana: quella di Oréon, in Eubea, distando 175 miglia dai Dardanelli, non è idonea, come era risultato evidente nella guerra del 1897; invece, la rada di Mudru, distando 50 miglia è si più vicina, ma nello stesso tempo ancora lontana. Perciò, l'occupazione di Limni sarebbe l'ideale per operare il blocco dello stretto. Questo audace disegno diverrà realtà con il risultato dell'imminente conflitto. (130)
     

Le forze navali in campo

     In questo frattempo son maturati degli eventi, sulla scena internazionale, che avrebbero influito sul destino della corazzata. L'Impero Ottomano era infatti uscito sconfitto dall'Italia, in occasione della Guerra di Libia (1911-1912), per cui poco dopo l'arrivo dell'Avérof in patria, essa si ritrova presto impegnata nella prima guerra balcanica, che vede alleati alla Grecia i paesi ortodossi di Bulgaria, Montenegro e Serbia, contro la Turchia.

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(129) Ibid., pp. 23-24.

(130) Ibid., p. 24.