Carlo Piola Caselli
La corazzata Avérof varata a Livorno


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     Ci siamo limitati a lumeggiare in questa sede il ruolo risorgimentale dei fratelli Orlando, tralasciando l'aspetto industriale, che è più noto e ben documentato nel volume 130 Anni dello Stabilimento.
     Luigi Orlando il 4 dicembre 1890 era stato nominato Senatore; moriva il 15 giugno 1896. Nella sua fotografia, sul catafalco, spicca la corona di Crispi ed il “33” massonico sul colletto della giacca.
     Prima che finisse il secolo, erano morti anche gli altri fratelli. Perciò, all'epoca della costruzione dell' “Avérof” è la nuova generazione degli Orlando che vediamo alle redini del cantiere navale di Livorno, anche se i nomi si tramandano.
     In particolare, incontreremo, a dare gli ordini per il varo, il Comm. Giuseppe Orlando (1855-1926), figlio di Luigi, sposato con Ada Pacinotti (1865-1932), e l'Ing. Giuseppe Orlando (1866-1940), figlio di Salvatore, sposato con Ada Ponticelli, soprannominato affettuosamente, dalle maestranze e dagli operai del cantiere “Beppinuzzo”, per distinguerlo dal primo, il cugino Giuseppe, che era stato soprannominato “Beppe neo”, per il vistoso neo sulla destra del viso, nel periodo in cui avevano contemporaneamente dei ruoli attivi nello stabilimento. Quest'ultimo, per intenderci il figlio di Luigi, anch'egli ingegnere, ha diretto il cantiere dal giorno della morte del padre fino al 1926, anno della sua scomparsa.
     Nei palchi per il varo e nei ricevimenti successivi incontreremo le due “cugine” Ada Pacinotti e Ada Ponticelli suddette, donne mature ma ancora poco stagionate, mentre indubbiamente quella che catturava l'attenzione dei presenti era Frida, figlia di Giuseppe e di Ada Pacinotti, appena maggiorenne all'epoca del varo, la quale si sposerà il 12 dicembre 1912 con don Giuseppe Rocco dei Principi di Torrepadula, mentre non è presente in veste ufficiale la sorellina Bianca, poiché ha appena cinque anni, la quale sposerà il marchese Luigi Mansi.