Carlo Piola Caselli
La corazzata Avérof varata a Livorno


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     Sotto il governo di Mavromichali, la Camera dei Deputati ha votato ben 29 disegni di legge, afferenti alla nautica. Uno di questi si riferiva all'invito a missioni straniere per la sua riorganizzazione ed, in particolare, all'acquisto di una corazzata.
     La situazione dei rapporti greco-turchi, la criticità per la vittoria alle elezioni dei neo turchi a Costantinopoli, nel luglio 1908, aveva indotto a riaccendere l'antagonismo e quindi il desiderio della Grecia di riarmarsi. (10)
     Era un periodo in cui per la Grecia era opportuna non solo la dissuasione, usando una potente corazzata, ma anche un'unità la quale divenisse simbolo, avvertimento internazionale e prestigio della nazione.

     Pressato dall'Unione Militare a procedere, Mavromichali aveva prescelto il cantiere navale “F.lli Orlando” di Livorno per acquistare un incrociatore corazzato del valore di 25.450.000 dracme: il gemello del “Pisa”, che era appena stato progettato dagli ingegneri del medesimo cantiere livornese, insieme ad un'altra unità per conto del governo italiano, che aveva però rivisto il proprio programma iniziale, ritenendo inutile sobbarcarsi la spesa di una terza corazzata. Inizialmente, questa terza unità sembrava potesse interessare alla Turchia, ma con grande lungimiranza (nel 1911 avrebbe avuto luogo la guerra italo-turca per la conquista della Libia), il direttivo dei cantieri Orlando aveva deciso di mandare un suo rappresentante ad Atene, che aveva indotto il Presidente Mavromichali all'acquisto. (11)

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(10) Ibid., p. 15.

(11) Ibid., p. 15.