Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 26 disquisendo, in una lunga lettera al P. Filippo Dini a Cesena, sul definitorio, accennanndo al capitolo provinciale del 1704, al P. Gherardini relegato alla Verna per ordine sovrano, commenta “(da) chi per i suoi cattivi portamenti ottiene di lasciar l’abito, impareranno i cattivi Religiosi questa bella strada, e l’iniquità in questa maniera riporterà premio e non pena”. Ringrazia della nota degli ospiti francesi. (57) Raccomanda al P. Francesco Grandini priore a San Marino di intimare al professo Amadio Curti, guai se osasse venire a Roma allontanandosi dal convento cui è destinato, gli usi carità ma non lo perda d’occhio. Ne avverte anche P. Gio Angelo Bernasconi. (58)

     Con nota bucolica, un occhio rivolto al cielo ed uno in terra, ringrazia il P. Vincenzo Graziani a Todi degli auguri, accompagnati anche questi da due capponi, tramite il converso frà Pellegrino, “l’orazioni veram(ent)e de’ Nri Religiosi ci stanno a cuore, non gli annunzj, o donativi”, tuttavia assicura del gradimento e se “a quel Convento può essere profittevole, che si portino a Roma i majali e gli accompagni Fr. Antonio”. (59)
     

1793


     Ad Anversa si è riunito un congresso cui han partecipato rappresentanti di Austria, Prussia, Gran Bretagna, Spagna e Napoli, oltre al principe d’Orange, stringentisi in una lega: anche il Papa, timoroso di veder i propri stati occupati, chiede l’assistenza della Gran Bretagna, forza dominante nel Mediterraneo, tramite il vescovo cattolico Duglas, residente a Londra, in veste più di osservatore. Lord Granville, segretario di stato britannico, benché una legge inglese proibisca di ricevere carte da Roma, fa intendere che, non solo, avrebbe ricevuto lettere scritte dal pontefice, ma vi si sarebbe dato loro riscontro!

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(57) Continua sul prof.° Cantua, P. Luigi Giberti, buone nuove del P. Predieri, religiosi di Asti.

(58) Ai PP. Bernasconi a Pergola (Curti vorrebbe venire a Roma. P. Grandini gli intimi di stare onninamente all’obbedienza. Notizie degli ospiti francesi. La vigilia di Natale è giunto frà Pell. Fonti, a servizio di questa comunità, che veramente ve n’era bisogno), Paolo Lazari a Montecchio (pred. a Verona), Pell. Lena a Bologna (accedat al P. Craviotti, riuscito con generale applauso), Pell. Marazzani a Parma (accedat ai PP. stud. Beltrami e Robotti se hanno i requis., quar. a Rolo/Reggio), Pell. Ghirlanda a Pesaro (contracc.), Gius. Veronesi a Reggio (idem), P. Manca e prof.° Vallini).

(59) Ai PP. Gius. Gatti a Forlimpopoli (P. Grossi per la quar.; un solo sac. fr.), Pell. Facchini a Budrio (autorizza quar. nel duomo di Faenza), Gius. Ant. Predieri ai Servi (pred. nella cattedr. di Asti), Carlo M. Bonfichi a Parma (“Se piacerà al Signore di chiamare a se il P. Prov.le Mazzasogni, come ci sembra di doverlo prevedere con Nro dolore purtroppo presto”, prevenga il priore di Piacenza contenersi negli oneri funebri colla prescrizione del rituale dell’ordine, avendo sopportato tutte le spese per la malattia. P. Cassera. La fabbrica è bene sia differita). Il 29 ai PP. Dom. M. Viani a Luserna (non può purtroppo accontentarlo per l’annuale di Torino), Gio Ant. Negri a Caselle (quar. a Parma), Gius. Majola a Castellazzo (P. Baudisson vorrebbe predicarvi il quar. nel 1794), Gio Ang. Baudisson ad Asti (si vedrà di fare il possib.), Paolo Marchetti a Sommariva del Bosco (pulp. di Castellazzo già rich.), Luigi Ant. Perando a Genova (pulp. per il 1794, prima già impegnato, e ironizza “che una tale collazione non disturbi la sua e la nostra quiete”), Am. Acerbi a Fontana (quar.), Gian Fel. Arrighi (quar. ai Servi a Bologna), Luigi Grossi a Faenza (quar. a Forlimpopoli), Gio Ang. Rabbi a Budrio (quar. P. Ghioldi), Gius. M. Gualdi a S. Gior.