Carlo Piola Caselli
Generale Angelo Piola Caselli


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     Inizia la trattazione riflettendo che gli atti di dedizione delle varie provincie italiane siano segni di concordia per arrivare alla meta dell'unità d'Italia, analizzandone insistentemente il risultato in rapporto all'Europa. Ricorda la storica cupidigia dei vicini, essendo “la materiale forza loro di molto superiore alla nostra, i grandi interessi d'Europa, ai quali pigliano parte”, malgrado trattati e parentele, e rimarca “molti nemici tuttora annoveriamo in Europa”, osteggiandoci per quanto hanno perduto a vantaggio della nostra unione. Giocare sull'antagonismo tra Francia ed Austria non basti più, non sia sufficiente il grande valore dimostrato, valido in passato, ma ora si presuppongono “mutazioni anche più grandi nella politica dei diversi gabinetti e nelle condizioni dei diversi stati d'Europa”. Considera le altre dinastie d'Europa soggette all'influenza di quella francese.
     Precisa gli intenti di Napoleone III di far apprezzare ai governi delle grandi nazioni d'Europa nuovi interessi, la protezione che dà alla Spagna, il concorso a fondare un regno italico governato dalla più illustre e bellicosa dinastia d'Europa, i nuovi equilibri continentali, accarezzando la Russia che prima ambiva a “far valere la sua influenza negli affari d'Europa”. Se un tempo si riteneva Costantinopoli la chiave del commercio con l'Asia, “il punto dominante d'Europa”, appena si aprirà il canale di Suez tutto lo scacchiere cambierà. Accenna alle evoluzioni politiche, ne è fecondo l'ingegno di Napoleone III, inducendo gli Stati, “i quali costituiscono in Europa un equilibrio fondato sovr'altre basi” a connettersi con la Francia, promotrice del nuovo assestamento. Pondera attentamente sulle varie componenti italiane, sugli equilibri tra Austria, Inghilterra (rapportata all'influenza che l'antica rivale della Francia esercitava in Europa) e Russia.