Carlo Piola Caselli
Generale Angelo Piola Caselli


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     Il 16 maggio al colonnello Vittorio Gazzelli di Rossana, comandante del reggimento, succede il colonnello Ferdinando Maffei di Boglio. Il 14 giugno 1848 si distingue per il fatto d'armi tra Calzoni e Sommacampagna poiché, accorrendo in aiuto al proprio colonnello, rimasto isolato e circondato, mette in fuga gli avversari. La dinamica dei fatti merita di esser raccontata: la coda del reggimento (carreggio ed ordinanze conducenti a mano alcuni cavalli degli ufficiali), attaccata da un forte gruppo di ulani austriaci e creatasi di conseguenza una gran confusione (carreggio disperso, cavalli fuggiti spaventati, alcuni uomini fatti prigionieri), il prode colonnello, seguito da alcuni squadroni, si slancia sull'avverario ma, nell'irruenza della sua decisa azione, si ritrova isolato alquanto, assalito da un ulano se ne libera ferendolo ma vien circondato da quattro altri che si avventano su di lui, riesce a ferirne uno tuttavia, nell'impari lotta, colpito per ben quattro volte, sta per soccombere, quando Angelo Piola Caselli riesce a raggiungerlo appena in tempo, mettendoli in fuga, con alcuni del suo squadrone. Maffei guadagna così la medaglia d'oro e Piola Caselli la medaglia d'argento al valor militare. (3)
     Con Regio Decreto del 15 maggio 1849 il nuovo re (in futuro sarà denominato Vittorio Emanuele II) lo nomina suo ufficiale d'ordinanza onorario: nell'Archivio di Stato di Biella son conservate due lettere, indirizzate al generale Carlo Emanuele Ferrero della Marmora, colui che, nel nuovo assetto voluto da Carlo Alberto, ha trasformato il corpo delle guardie reali in quello dei corazzieri. Nella prima Angelo Piola Caselli, da Tortona, del 4 agosto, riscontra il foglio di accompagnamento del brevetto di Sua Maestà di nomina, scusandosì del ritardo, per non aver subito adempiuto al suo dovere, avendo appena appresa la notizia, poiché si trovava a villeggiare in un piccolo comune (meritato riposo del guerriero), soggiungendo L'onore ricevuto è tale ch'io non so trovar parole per esternare la mia gioia, ed i miei ringraziamenti, quindi, dopo altri brevi convenevoli, si sottoscrive, secondo l'usanza, Devotissimo Servo e Subalterno A. Piola Caselli Capitano di Cavalleria, infatti nel frattempo il 9 luglio è stato anche promosso capitano, va quindi immediatamente dal Lamarmora, per ringraziare anche di persona, ma non lo trova, percui nell'altra, del giorno seguente, riscrive al suo superiore, di essersi recato all'abitazione della Signoria Vostra Illustrissima per compiere il proprio dovere, ma gli è stato detto che trovavasi di servizio presso Sua Maestà a Moncalieri, Oserei supplicare la S. V. Illma di volermi far sapere se è possibile ottenere l'onore di un'udienza presso S. M., e quando potrei averla. Chiude esprimendo i sensi di stima e di devozione verso il suo superiore Devotissimo Servo Angelo Piola Caselli Ufficiale d'Ordinanza Onorario, rientrando giustamente nelle sue funzioni non solo di ringraziare il sovrano ma di mettersi a disposizione, nella sua nuova qualifica. (4)
      Passa poi negli "Squadroni Guide a Cavallo" ma, poiché nel gennaio 1850 essi si trasformano in "Cavalleggeri di Monferrato", egli vien invece destinato "a far passaggio nel Corpo del Treno" a datare dal 1° febbraio (come desumiamo dal documento dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito allegato, anche se ciò non risulta dal suo stato di servizio).

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(3) Alberico LO FASO di SERRADIFALCO, Militaria. Il Reggimento Lancieri di Novara, in “Sul Tutto”, periodico della S.I.S.A. (Soc. Ital. di Studi Araldici), 6, 2006, a p. 7.

(4) Archivio di Stato di Biella, Archivio Lamarmora, fondo Ferrero, cassetta LXXXIV, cart. 139, fasc. 286.